New story, old story

C’era una volta, tanto tempo fa, il cuore di un bambino a cui i genitori avevano insegnato i più sani principi che potessero esistere al mondo. Era un cuore gentile, rosso e pulsante, tanto da sembrare quasi una melodia durante i suoi battiti.

Poi il cuore è cresciuto, e con esso anche il bambino. È diventato un ragazzo, e poi un uomo. Ha provato a perseguire la via che aveva appreso da piccolo, ma per sua sfortuna ha incontrato altri cuori che non la pensavano come lui, e che soprattutto non avevano le stesse buone maniere.

Quel cuore ha conosciuto le menzogne, le bugie, i sotterfugi e le angherie di cuori meno puri, ed ha cominciato a cambiare. Il rosso è diventato sempre più scuro, la gentilezza ha lasciato il posto all’incuranza, al cinismo ed alla misantropia, ed il suo pulsare melodico è diventato un’assordante accozzaglia di rumori fastidiosi ed irritanti.

In rari casi mostrava un barlume di splendore, era difficile che ciò avvenisse di sovente, perché era necessario riuscire a fare breccia in quella crosta pietrificata che lo avvolgeva completamente. Però qualche volta succedeva…

Troppo spesso però, la breccia veniva fatta per le ragioni sbagliate, e la fiducia che ne fuoriusciva, col tempo, veniva tradita. Quello che restava chiuso all’interno di quella scorza capiva l’errore che aveva commesso, e si impegnava per diventare ancora più duro, ancora più irraggiungibile, ancora più inattaccabile.

La morale? Mi sembra piuttosto semplice…

Chi mi conosce sa che ci sono poche cose che non riesco realmente a sopportare (falso), ed una di queste è quando qualcuno cerca (invano) di prendermi per il culo.

La menzogna, anche se a fin di bene, è una pratica che sfortunatamente mi indispone (eufemismo). Preferisco di gran lunga una verità disarmante, brutta ed irritante in maniera assurda, che una bugia detta per quieto vivere, per limitare i danni, o semplicemente per nascondermi qualcosa. Perché come recita il proverbio, le vie del Signore sono infinite, ma quelle di Google Maps sono più precise, ed in modo o nell’altro, quando il Diavolo si vuole divertire, io la verità vengo a scoprirla anche nelle maniere più disparate.

Mentirmi è la maniera più veloce per perdere qualsiasi rapporto intercorra tra me ed una persona x, indipendentemente da quanto tempo io la conosca; e questo perché come dice sempre la mia amica F., nelle questioni interpersonali sono un talebano di razza ariana come pochi al mondo.

Anche se per molti una cosa del genere potrebbe essere una semplice quisquilia, uno screzio, o una cosa di poco conto, per me equivale ad una pugnalata diretta alla schiena, al cuore o a qualsiasi organo vitale interno in ordine alfabetico. Sono solito impiegare un tempo pressoché infinito per fidarmi delle persone che ho di fronte, ma mi è sufficiente una sola delusione per perdere totalmente la fiducia che si erano guadagnata, o che io per errore abbia concesso. Sbaglio? Forse. Ma dopo eventi del genere mi viene incredibilmente difficile credere alle parole che mi vengono dette, o anche a quelle dette in passato… Sarò sbagliato io, ma le mie esperienze non fanno altro che confermami sempre di più questa tesi.

Confucio diceva che è più vergognoso non fidarsi dei propri amici che venire traditi da essi, ma onestamente avrei qualcosina (altro eufemismo) da ridire al riguardo, ma su una cosa aveva ragione, e cioè che il silenzio è il vero amico che non tradisce mai.