Profondità

C’è un posto. Buio.
Dove la maggior parte delle volte la luce del sole non riesce ad entrare.

Tu-tum…

Quando ne scopri l’esistenza, ci nascondi l’unica cosa che non vorresti mostrare ad anima viva. Pensi che con quell’oscurità, nessuno riuscirà mai a trovarla.

Tu-tum…

Però hai paura che quello che hai nascosto possa scappare.
Non c’è nulla che lo imprigiona, e allora metti tutto dentro una gabbia.

Tu-tum…

Ma le sbarre della gabbia sono troppo larghe, potrebbe superarle comunque. Ed allora cominci a bloccare gli spazi con delle pietre.

TU-TUM…

Ma anche le pietre lasciano degli spiragli, potrebbe ugualmente fuggire.
Perciò costruisci un muro di mattoni.

TU-TUM…

I muri però si possono sempre scavalcare, ed allora decidi di chiudere tutto in una enorme cella con pareti di metallo.

TU-TUM… TU-TUM…

Con il tempo, il timore che quello che hai rinchiuso possa fuggire dalle fessure, hai avvolto catene, chiuso lucchetti, e piazzato trappole nelle vicinanze.

TU-TUM… TU-TUM…

Ma è bastato un attimo. Un solo unico raggio di sole è riuscito a raggiungere quel posto remoto. Ha evitato le trappole, attraversato le catene, si è infilato nella cella metallica, ha superato il muro, ha sfruttato gli spazi tra le pietre, ed ignorato la gabbia.

TU-TUM TU-TUM… TU-TUM TU-TUM…
TU-TUM TU-TUM… TU-TUM TU-TUM…

Così, un boato ha distrutto tutto quello che avevi messo a difesa di quel luogo. Le sbarre sono state divelte, le pietre sono andate in polvere, il muro è crollato, la cella di metallo è stata sfondata, le catene si sono spezzate, e le trappole non sono servite a niente.

Tu… tum… Tu… tum…

Lo guardi. Il posto in cui avevi nascosto tutto è che avevi cercato in tutti i modi di difendere… e li in terra, e batte a malapena… Le trappole lo hanno bloccato, le catene gli hanno lasciato bruttissimi segni, il metallo delle pareti della cella gli ha inferto delle ferite profonde, i mattoni e le pietre lo hanno colpito fino a massacrarlo, e le barre lo trapassano ancora da parte a parte…

Tu… tum… Tu… tum…

Ma lui batte ancora. Debole. Lento. Riscaldato solo dall’unico raggio di luce che lo aveva raggiunto.

Tu… tum…

Però il tempo sta scadendo, il tramonto è vicino, e tutto si spegne. Quelle ferite sono ancora aperte, il sangue scorre al buio ed in silenzio. Sai che non si rimargineranno mai completamente, come sai di esserne stato il solo artefice. E finalmente comprendi…

Tu… t…

…ma è troppo tardi. E non ti resta da fare altro che montare una gabbia con delle sbarre più fitte, ammassare delle pietre più pesanti, costruire un muro più alto, chiudere tutto in una cella con delle pareti in metallo ancora più spesse, avvolgendo poi il tutto con catene più lunghe da chiudere con lucchetti più grossi e da circondare di trappole ancora più letali…