Ground Zero

Avete presente quei momenti in cui siete da soli? Quelli in cui la casa è silenziosa, forse troppo silenziosa. Siete assorti a pensare a qualcosa di importante come far quadrare i conti del mese, continuare il lavoro che non avete ancora finito, o capire perché una scelta della vostra vita non è andata come avevate sperato.

Siete lì, concentratissimi, quando ad un tratto sentite che qualcosa si sposta intorno a voi. Pensate sia solo una sensazione dovuta alla stanchezza, ma poi guardate in alto e vi accorgete che il lampadario sopra la vostra testa sta dondolando in maniera sospetta. Pensate ad un colpo di vento improvviso entrato dalla finestra, ma controllando vi accorgete che è chiusa. Cercate inutil motivazioni alla cosa, ma la vostra razionalità non riesce ad esservi d’aiuto. E poi succede…

Tutto intorno a voi trema. Spaventose crepe si aprono sui muri e sul soffitto della stanza in cui vi trovate, e l’intonaco comincia a staccarsi velocemente dalle pareti, precipitando sul pavimento senza niente a trattenerlo. Poi, tutto crolla, e resta solamente un mucchio di macerie ed una nuvola immensa di polvere.

Resti bloccato sotto quintali di rovine. Ti manca il fiato, non riesci a respirare. Sai solo che se vuoi sopravvivere devi uscirne fuori, e allora scavi. Ma più scavi, e più il rischio di ulteriori crolli si palesa ai tuoi occhi. Tentenni, aspetti, agisci più lentamente. È come una lunga e pericolosa partita a shanghai, dove la posta in gioco è soltanto la tua esistenza. Sai solo che se ne uscirai vivo, dovrai ricostruire di nuovo tutto quello che avevi fatto fino ad ora, da zero e senza l’aiuto di nessuno. In caso contrario, beh, in quel caso specifico, nulla avrà più importanza, ma di questo ne parliamo domani…