E chi chiamerai?

Già. E chi chiamerai ora?

Tre anni fa, proprio in questo giorno, se ne andava Harold Remis. Ricordo che la cosa mi colpì particolarmente perché come tanti altri della mia età, da bambino sono cresciuto con tanti miti, ed uno di questi era quello degli Acchiappafantasmi. Fu per loro che cominciai ad interessarmi in tenera età di quelle cose strane che finiscono sotto il nome di “Parapsicologia”, e che nel film avevano addirittura un posto all’università.

Vidi il film al cinema, nell’arena della località marina in cui andavamo ogni estate a passare un mese di vacanza, non perché fossimo particolarmente ricchi, ma solo perché i continui problemi ai bronchi che avevo da piccolo hanno fatto dannare i miei genitori, che di conseguenza hanno sempre fatto enormi sacrifici per me. E siccome a quei tempi la mia dottoressa diceva che “l’aria di mare fa bene ai bronchi”, i miei ogni anno mi ci portavano per almeno un mese, dilapidando i soldi che mio padre guadagnava spaccandosi la schiena ogni santo giorno…
Per me alla fine a dire il vero stare lì era quasi una tortura. Niente televisione, niente giocattoli, solo acqua (salata!), scogli e la sveglia che la mattina suonava pure prima di quando dovevo andare a scuola, perché ovviamente l’aria della mattina presto è più buona… L’unica cosa bella però era che c’era il cinema, e che mio padre mi ci portava di tanto in tanto. Certo lì i film arrivavano un po’ in ritardo rispetto alle normali sale cittadine, ma quel film in particolare io lo dovevo vedere per forza…

Per un po’ a quei tempi ho sognato spesso di andarmene in giro con uno zaino protonico sulle spalle a catturare fantasmi, me n’ero fatto pure uno di cartone, ma poi il tempo passa, cresci, diventi grande, e ti ritrovi a dover combattere con fantasmi che non puoi catturare, e che sai che prima o poi l’avranno vinta…

Tre anni fa, salutavo a modo mio Harold Ramis sul vecchio blog, non sarà stato un gran saluto, ma oggi riporto qui ugualmente quelle parole, perché alla fine la penso ancora esattamente come quel giorno… (e magari ci correggo pure qualche refuso, che ogni volta che rileggo roba vecchia che ho scritto mi si accappona la pelle… :|)


Non sono cose che faccio spesso, più che altro perché da che sono nati i social network, citare il “morto del giorno” è diventata una moda ed una brutta abitudine, specie quando del povero defunto si sa poco e niente. Lo ha detto in maniera Harold-Ramissublime Zerocalcare, che sul suo blog, nel post intitolato Quando muore uno famoso…, ha racchiuso ogni virale conseguenza del trapassare ai tempi di Facebook e Twitter. Perché che sei schiattato non frega un cazzo a nessuno, ma ripetere le frasi che hai detto in un film a caso fa sempre figo, anche se in realtà non sai minimamente di che cosa stai parlando e non hai mai visto nemmeno un suo mezzo film.
Harold Ramis, meglio conosciuto da tutti come il Dottor Egon Spengler, era il “secchione” del gruppo degli acchiappafantasmi, quello che in pratica tra tutti e quattro aveva studiato veramente e più di tutti. Ma era stato anche altre cose oltre che questo semplice ruolo. Era stato il regista di Indiavolato, un filmetto, una versione comica del Faust (circa) interpretato da Brendan Fraser; che non era di certo un capolavoro, ma che a me alla fine era piaciuto. Ha recitato in Alta Fedeltà ed ha diretto e sceneggiato Ricomincio da capo (il giorno della marmotta, nel caso il titolo non vi dicesse nulla). Animal House poi, nemmeno ve lo nomino…
Era malato da tempo di una forma autoimmune di vasculite infiammatoria, che incorrendo in delle complicazioni ha portato a quello che sapete. Che cos’è una malattia autoimmune? Una di quelle brutte. Una che il nostro organismo non capisce cos’è e che quindi non combatterà mai come si deve. Ed è qualcosa che non puoi capire né accettare. Sai che non c’è cura. Sai che non harold-ramis2guarirai mai. L’unica cosa che puoi fare è tenere a bada la malattia con una qualche terapia, che di solito è di tipo corticosteroidea. Che significa? Cortisone. Che magari aiuta a controllare la malattia, ma intanto ti sta facendo danni da altre parti a tua insaputa, ma di cui prima o poi ti accorgerai…
A parte questa parentesi medica, resta comunque molto triste vedere andar via (in senso figurato), l’interprete di uno dei personaggi che quando eri piccolo ti ha accompagnato in tante serate, e che ti ha fatto sognare di poter, un giorno, infilare uno zaino protonico sulla schiena ed urlare “Andiamo, Acchiappafantasmi!!”. Ma la realtà è un po’ differente ed anche molto più cinica. E quando vedi morire gli eroi della tua infanzia, significa solo una cosa: che stai invecchiando.
“Mai incrociare i flussi. Incrociare i flussi è male”. Requiescat in pace Dottor Spengler.